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Aggiornamento del 20.06.07 | ore 23:03
  Intervista a Bonaveri
Il cantautore bolognese si racconta ai microfoni di Meltin' Pop
 
Carrara - Cantautore bolognese, già frontman dei Resto Mancha con i quali ha realizzato l'album SCIVOLA VIA nel 2005, Germano Bonaveri presenta ora il suo primo album solista, MAGNIFICO. Un disco che si dichiara sin dal titolo anche in virtù della prestigiosa produzione artistica di Beppe Quirici, vero fuoriclasse della musica italiana, più volte arrangiatore e produttore per Giorgio Gaber e Ivano Fossati, tra gli altri.

Magnifico è un disco molto concreto, dal linguaggio immediato e musiche che esprimono vigore e passione. Un album che è il risultato di anni di lavoro, di concerti e di ricerca musicale, di valutazioni sociali e di introspezione personale. E' un messaggio di indignazione e impeto di ribellione per il mondo che ci circonda, pur rivolgendo anche un delicato sguardo sulla sfera privata ed emotiva della vita di ogni giorno, di ognuno di noi. A partire da Non Dimenticare, un' invettiva contro l'uso/abuso dell'informazione da parte del potere, con la complicità di una certa categoria di intellettuali sempre ben disposti a giustificare o condannare secondo le convenienze e le mode del momento, passando per Torquemada, un vero e proprio inno contro i media ufficiali. Oppure la title-track Magnifico, scritta per ricordare che esistere ha in sé tutto il senso magnifico della vita, comunque si viva. Il Mago, sul rapporto tra potere e individuo. Indelebile, brano sulla sessualità, intesa come gesto liberatorio. C’è Chi (e chi), sui luoghi comuni e sul qualunquismo imperante. Delle Diversità, un’esortazione ed un augurio rivolto alle nuove generazioni. Over The Rainbow, uno squarcio disilluso sul nostro Paese “oltre l’arcobaleno” millantato dai media. Stato Sociale, una denuncia sul vuoto morale dilagante. Terraferma, forse la canzone più introspettiva dell'album, un disincantato sguardo sulla complessità dei rapporti d'amore.


La voce di Bonaveri per timbrica e qualità interpretativa sembra ereditare l’esperienza dei migliori cantautori italiani, da Guccini a De Andrè, capace di fondere e coniugare con maestria le spinte divergenti della denuncia da un lato e dell’elegia dall’altro. Musicalmente i brani fondono e confondono consapevolmente con originalità canzone popolare, jazz, rock, passando attraverso arrembanti ritmi folk, eleganti ballate, fino a raggiungere le atmosfere raffinate ed enigmatiche degli chansonnier francesi di qualche decennio fa. Il tutto mantenendo uno stile ed un carattere molto personale e definito.

Oltre ai musicisti dei Resto Mancha Antonello D’Urso (chitarre), Luigi Bruno (piano e fisarmonica), Luca De Riso (basso elettrico), Max D’Adda (batteria), l’album vanta le preziose partecipazioni di Elio Rivagli (percussioni e batteria), Mario Arcari (oboe, clarino e flauto), Martina Marchiori (violoncello) e Maria Pierantoni Giua ai cori in Stato Sociale.

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