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Aggiornamento del 12.05.07 | ore 15:31
  L'intervista agli Hot Club De Paris
La band ospite di Post, in occasione della sua recente visita in Italia.
 
Carrara -  Paul Rafferty si trovava dal lato sbagliato del bancone di un bar di Chester (ovvero servendo!) quando sentì Matthew Smith parlare in maniera entusiasta dei Misfits. Cominciarono così una conversazione sulle rispettive collezioni di dischie apssarono il resto dell’estate a scambiarsi materiale e preparare cassettine miste con The Minutemen, Cap'n Jazz, Joan of Arc, Make Believe, Bruce Springsteen, Storm & Stress, Billy Bragg, Don Cabellero, Battles, John Fahey, Black Flag, Beastie Boys, Smog, Shellac, XTC, Talking Heads, Les Savy Fav, Karate e Owls. Anche se sia Paul che Matthew suonavano già in una band, decisero di reinterpreare il motto di Mike Watt “everyone should form a band” con “everybody should form ANOTHER band”. Fu ingaggiato il fratello minore di Matthew, Alasdair, e cominciarono a fare musica.

Nonostante l’imediato interessamento di alcune major dopo la prima apparizione pubblica nel 2004 a Liverpool, la band decide, nel 2005 di firmare un contratto con la Moshi Moshi Records. Drop It ‘Til It Pops é il loro album di debutto. Registrato in 12 giorni tra Liverpool e Henley On Thames con la produzione di Tim Speed e il mixaggio di Adam Whittaker, Drop It ‘Til It pops é formato da 14 canzoni-ministorie: per due o tre minuti si viene assorbiti completamente nel mondo degli Hot Club De Paris. Da Names and Names and Names (l’eccitazione di incontrare qualcuno e cominciare una relazione) a Yes/No/Goodbye (una seduta spiritica che ti predice un futuro di merda), a Hello I Wrote A song For You Called Welcome To The Jungle (una notte in giro nella Grande Città), a Snitches Get Stitches (cambiare città e le ripercussioni sentimentali che ne provengono) a sometimesitisbetternottostickbitsofeachotherineachotherforechother (che parla, fonamentalmente, di restare svegli fino a tardi con una ragazza e all’improvviso rendersi conto che non è una buona idea scoparsela). Notevoli sono anche le due canzoni a capella dell’album: Bonded By Blood (A Song For Two Brothers) rivela particolari della vita di due fratelli che i genitori non dovrebbero mai sapere, e Welcome To The Hot Club De Paris, la traccia nascosta... (cercatela!).

Esilaranti dal vivo, gli Hot Club De Paris sposano perfettamente la padronanza tecnica con il puro divertimento. Per fare alcuni nomi, si sono già esibiti con The Mystery Jets, , We are Scientist ed Arctic Monkeys tra gli altri.
  Audio: Link collegati:  
  Ascolta l'intervista http://www.hotclubdeparis.com/  
   
   
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